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Elenoire Casalegno si racconta a Oggi è un altro giorno. Racconta le difficoltà da ragazza e la sua vita amorosa.

Elenoire Casalegno non ha bisogno di presentazioni ma su di lei c’è tanto da scoprire. A Oggi è un altro giorno parla carriera ma soprattutto della sua vita privata. Entra in studio sulle note di David Bowie e si definisce rock. Per lei è un modo di stare al mondo, non definito dai tatuaggi sul corpo o altre cose. È uno stile di vita.

La Bortone ha preso spunto da Life on Mars per affrontare un discorso più ampio. Il testo del celebre brano è molto criptico e vi sono differenti interpretazioni. Quella che Elenoire Casalegno preferisce parla di una ragazza che non riesce a trovare il proprio posto nel mondo. Lo sente stretto e vorrebbe fuggire. Si chiede allora se vi sia davvero vita su Marte, perché in quel caso lascerebbe in un attimo la Terra. Un sentimento che lei stessa ha provato, come ha raccontato in breve: “Ci sono stati momenti della mia vita in cui mi sentivo inadeguata e non compresa. Non mi sentivo affine al pensiero collettivo”.

Elenoire Casalegno da giovane: “Mi vergognavo”

Guardando agli anni della sua giovinezza, Elenoire Casalegno ha tirato fuori un lato di sé nascosto. Era molto insicura e tendeva a tenersi tutto dentro. Non avrebbe mai voluto fare la modella e tutto ciò è arrivato per lui un po’ per caso: “Il mio sogno era diventare magistrato. Da ragazzina mi capitava spesso di incontrare addetti alla moda. Mi proponevano di entrare in quel mondo ma non era ciò che desideravo. Una delle mie care amiche delle superiori mi iscrisse però a The Look of the Year, un concorso per top model. Alla fine mi chiamarono e io non sapevo che avrei trovato lì delle top model. Ero impreparata ma loro dicevano che ero perfetta. Alla fine, quando realizzai cosa fosse davvero, mi chiusi in camera a piangere. Mi vergognavo”.

Ha raccontato d’aver avuto dei problemi col suo corpo. Era sempre la più alta e non lo viveva come un pregio. Aveva poi 41 di piede e, presa dalla vergogna, tendeva a togliere un numero quando comprava le scarpe. Sua madre ha intuito questo suo disagio ma lei aveva un altro amico cui confidava ogni cosa: “A me piace stare in mezzo alla gente e chiacchierare, ma nella sofferenza mi sono sempre chiusa in me. Da bambina avevo però un amico speciale, Gesù. Gli davo del tu e ci facevo grandi discorsi”.

Nonostante tutte queste difficoltà, è poi riuscita a superare un certo imbarazzo. Dopo The Look of the Year le hanno subito proposto la conduzione di un programma di musica. Al tempo andava ancora a scuola e ha raccontato d’aver vissuto il tutto come un lavoro. Non guardava al mondo dello spettacolo. Non si sentiva “qualcuno”. Spente le luci delle telecamere, tornava a fare la vita di sempre.

Elenoire Casalegno figlia: l’incubo del parto

In amore ha spiegato d’aver sempre cercato uomini riflessivi da giovane. Oggi invece ha un motto: “Famme ride’”. La Bortone ha poi avviato il collegamento con uno dei grandi amici di Elenoire, Simone, che è stato anche il suo fidanzato a 17 anni.

I retroscena hanno divertito tutto lo studio, come ad esempio: “La relazione è finita in ‘caciara’. Discutevamo sempre (ride, ndr). Ci ho provato io la prima volta. Lei era fidanzata con un mio amico ma poi si sono lasciati. L’ho contattata mesi dopo per sapere come stesse e le ho chiesto se fosse fidanzata. Io in realtà avevo una ragazza ed era lì di fianco a me. Le ho detto che ero single, d’istinto, e tre minuti dopo lo ero davvero”.

Uno dei punti più delicati dell’intervista riguarda l’aneurisma che colì Omar Pedrini. Lei si rese conto di cosa stesse accadendo e questo e di fatto gli ha salvato la vita: “Quello con Omar non è stato l’unico momento del genere. Una mattina, ero all’ottavo mese, mi svegliai e mi resi conto che qualcosa non andava. Fisicamente stavo bene e non avevo sintomi. L’infermiera mi rassicurò ma dopo 10 minuti mi richiamò per un monitoraggio di sicurezza. Il battito era però inesistente. La bambina doveva nascere in 10 minuti, altrimenti sarebbe morta. Fortunatamente è venuta al mondo dopo 24 e si è salvata”.

Lei non ha vissuto il parto, perché anestetizzata: “Mi sono addormentata piangendo”. Considerando la necessità di un cesareo con tale urgenza, non potevano avere “intralci”, per così dire. Ricorda d’essersi svegliata e averla tenuta in braccio. Le sembrava impossibile aver creato una vita. Aveva 23 anni e si sentiva ancora una bambina, ha spiegato.

Per fortuna oggi può guardarsi indietro e ricordare tutto col sorriso sulle labbra. Sua figlia Swami è la sua vita. Da bambina le cantava “I Will Survive”, che è un inno alla vita: “Le auguro di guardarsi allo specchio ed essere soddisfatti di ciò che è. Le dico di non perdere tempo, trovare la sua strada e seguirla davvero fino in fondo. Ha fatto delle scelte di cui non sono d’accordo ma dev’essere così. L’importante è che sia felice. Sono severa con lei e a volte troppo. Ho anche esagerato. Avevo però 23 anni e l’ho cresciuta da sola, dato il divorzio. Non sono perfetta e le ho chiesto scusa, ma ce l’ho messa tutta”.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno