Atto di Fede storia vera: il miracolo nella realtà

Atto di Fede storia vera: il miracolo nella realtà

Atto di Fede è tratto da una storia vera il miracolo avvenuto all’adolescente che sembrava morto: John Smith oggi

Atto di Fede è un film incentrato sulla storia vera dell’adolescente John Smith, un giovane di St. Charles, Missouri. Come tutti i ragazzi della sua età, John – che è stato adottato dai suoi genitori, Joyce e Brian, quando era solo un bambino – frequentava la scuola media e praticava sport fino a quando la sua vita è cambiata a causa di una tragedia. Il 19 gennaio 2015, l’allora quattordicenne John e due suoi amici si stavano divertendo sul lago ghiacciato di St. Louise. Scherzando tra loro si stavano scattando delle foto quando il ghiaccio si è rotto sotto i loro piedi e sono precipitati nell’acqua gelida. Un ragazzo è riuscito ad arrampicarsi per uscire e un altro è stato rapidamente salvato. John, invece, è rimasto intrappolato ed è sprofondato sul fondo del lago. “In quel momento, sapevamo tutti che la possibilità che noi tre morissimo era molto reale”, ha raccontato John. Mentre i due amici di John sono riusciti ad uscire, lui non ce l’ha fatta. Le sue urla “Non voglio morire” si sentivano dal molo del lago. Quando il sommozzatore Tommy Shine lo ha trovato, era apparentemente già morto. È rimasto sott’acqua per più di 20 minuti e dopo 15 minuti John Smith è stato finalmente tirato in superficie dai primi soccorritori e portato al vicino St. Joseph Hospital West. Il suo corpo era freddo e senza vita, e i medici hanno cercato di effettuare la rianimazione cardiopolmonare per 43 minuti. Tutto però senza successo. La temperatura corporea di John era di 31 gradi quindi l’équipe ha cercato di riscaldare il suo corpo, sperando che il suo sistema reagisse. Non avendo segnali di ripresa il dottor Kent Sutterer ha stabilito che non c’era altro da fare. Prima di dichiarare l’ora del decesso, gli fu detto che era arrivata Joyce, la madre adottiva di John. Il medico decise di lasciarle la possibilità di vedere il figlio e di dargli l’ultimo saluto, facendole credere che John fosse “vivo” anziché morto. Avrebbe comunicato l’ora del decesso in un secondo momento. “È la telefonata che ogni genitore teme”, ha raccontato Joyce al Gospel Herald. Joyce e Brian Smith avevano adottato John dal Guatemala quando aveva cinque mesi. Brian stava facendo volontariato nel Paese per costruire scuole quando chiese alla moglie di pensare a un’adozione. La coppia aveva figli grandi, ma accolse John a braccia aperte, era il loro figlio.

Arrivata in ospedale, Joyce Smith si è avvicinata e ha visto il corpo di John grigio e senza vita e ha sentito quanto fossero freddi i suoi piedi. “Dopo essere entrata nella sua stanza, ho messo le mani sui suoi piedi, ed erano freddi e grigi, e ho capito che non c’era più”, ha raccontato Joyce. Quando fu invitata al capezzale di John, si rese conto che le cose erano peggiori di quanto avesse sospettato. Ricordò le scritture che aveva ascoltato in chiesa per tutta la vita e che dicevano che lo Spirito Santo avrebbe risuscitato Gesù dai morti. Non avendo nulla da perdere, pensando di parlare a bassa voce, ma in realtà parlando a voce abbastanza alta da farsi sentire da tutto il pronto soccorso, pregò dicendo: “Credo in un Dio che può fare miracoli! Spirito Santo, ho bisogno che tu venga subito a ridare vita a mio figlio”. Mentre Joyce pregava su suo figlio, in quel preciso istante il monitor cardiaco si è animato. John Smith era vivo. Un’infermiera dell’ospedale ha detto: “Nel momento in cui hai pregato, qualcosa si è mosso nel corpo di John con una forza tale da spingermi indietro – e all’improvviso ho sentito il battito”. La storia vera di John Smith che ha ispirato il film Atto di Fede prosegue con la mamma del ragazzo che ha raccontato in numerose interviste che i medici davano l’1% di possibilità che ce la facesse durante la notte. Se ce l’avesse fatta, sarebbe stato un vegetale per il resto della sua vita. È stato trasportato così in aereo al Cardinal Glennon Children’s Medical Center di St. Louis, Missouri, dove non credevano che avrebbe superato la notte. Il dottor Jeremy Garrett, medico curante di terapia critica pediatrica ed esperto di fama mondiale di ipotermia e annegamento, aveva stabilito che, se John fosse sopravvissuto, avrebbe avuto una tale compromissione neurologica da non essere più in grado di recuperare la normalità della sua vita.

Atto di Fede John e Joyce oggi

Sedici giorni dopo John dimostrò che tutti si sbagliavano, uscendo dal Cardinal Glennon completamente guarito, senza alcuna traccia di danni neurologici o fisici, a parte le cicatrici sul corpo dovute al tentativo di uscire dall’acqua gelida. Con una svolta senza precedenti, John Smith non solo si è ripreso completamente dal suo incontro con la morte, ma lo ha fatto anche con una velocità straordinaria. Solo tre settimane dopo che il suo corpo senza vita era stato ricoverato in ospedale, John è uscito dalla porta di casa con le sue gambe. Ha dovuto seguire una terapia ambulatoriale per diverse settimane prima di essere dimesso ma è stato un recupero che i medici non avevano mai visto prima. Da allora gli esperti medici hanno teorizzato che fosse la temperatura estremamente fredda dell’acqua a ridistribuire il flusso sanguigno di John e a far sì che i suoi organi continuassero a funzionare, ma la famiglia Smith ritiene che ci sia stato anche qualcos’altro in gioco: un vero e proprio miracolo divino. È ciò che Joyce ha scritto nel suo libro sull’incidente, The Impossible, e di cui parla il film Atto di Fede. “Ho sempre creduto che Dio faccia ciò che dice di fare, perché l’ho visto per tutta la vita”, ha detto Joyce in un’intervista. “Ma questo è come l’Oscar della fede. Nel momento in cui ho avuto bisogno di Dio, lui è stato lì all’istante. E quando il battito del cuore di John è tornato, ho pensato: ‘Grazie, Signore, per essere stato così misericordioso con me’. L’incredibile storia vera è stata trasformata in un film intitolato Atto di Fede interpretato da Chrissy Metz, Topher Grace e Marcel Ruiz.

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