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Gino Santercole la causa della morte del cantautore parente di Adriano Celentano, scomparso all’età di 77 anni nel 2018

Era l’8 giugno del 2018 quando è venuto a mancare, all’età di 77 anni, Gino Santercole, noto cantautore e attore, nipote di Adriano Celentano. La causa della morte del cantante è stata un infarto, che ha provocato grande afflizione nella moglie Anna, che straziata dal dolore ha dovuto dire addio al marito dopo 45 anni di vita insieme. Santercole è morto nella sua casa a Roma, all’epoca la notizia era stata data dalla famiglia. Oggi, a distanza di quattro anni, l’artista verrà ricordato nel salotto di Serena Bortone alla presenza del figlio Simone e del musicista Gianni Dall’Aglio.

Gino Santercole è stato un grande nome della musica italiana, lasciando il segno con tantissime canzoni che sono diventate pietre miliari come Una carezza in un pugno. Gino, infatti, era il nipote di Adriano Celentano: era figlio della sorella del cantante de L’emozione non ha voce, Rosa. Inoltre, Santercole ha sposato Anna Moroni, sorella proprio della moglie di Celentano, Claudia, conosciuto al grande pubblico come Claudia Mori. Una strettissima parentela che ha generato uno dei connubi più proficui della storia della musica italiana.

Gino Santercole chi era

Nato a Milano il 23 novembre 1940, Gino Santercole è cresciuto, come il suo celebre zio, nella famosissima via Gluck, che diventerà famosa proprio grazie alla canzone di Celentano. Sin da bambino ha dovuto arrangiarsi e lavorare, complice anche la scomparsa prematura del padre, ma si ritaglia del tempo per imparare a suonare la chitarra e così affianca zio Adriano nei Rock Boys, che diventano poi I Ribelli e che lanciano la straordinaria carriera di Celentano e del suo nipote Gino. Santercole si afferma, quindi, come uno dei membri del clan Celentano e il successo anche per lui arriva negli anni ’60, col primo singolo che acquisisce una certa notorietà. Stella d’argento, cui segue Questo vecchio pazzo mondo, cover di Eve of Destruction, canzone realizzata da Barry McGuire. Nel 1966 prende parte al Festival di Sanremo con il Ragazzo della via Gluck, realizzata ovviamente insieme allo zio e che è stata incredibilmente bocciata dal Festival, rimanendo come uno dei brani più amati e non apprezzati a Sanremo.

Negli anni Gino continua a scrivere moltissime canzoni, tra cui spicca Una carezza in un pugno, che diventa probabilmente la sua più famosa canzone di sempre. Al mestiere di cantautore, proprio come lo zio anche Gino affianca quello di attore. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 lavora con registi del calibro di Dino Risi, Mario Monicelli e Luigi Comencini, apparendo saltuariamente anche in televisione. Nel 2000 Gino pubblica il suo primo album da solista, dal titolo Gino Santercole, cui ne seguiranno altri 4, l’ultimo dei quali uscito proprio nel 2018, nell’anno della sua morte. L’infarto è poi sopraggiunto all’improvviso a mettere la parola fine alla vita del cantautore, che era ancora molto attivo prima di morire nel mondo della musica.

Romano, classe 1995. Una laurea in editoria e scrittura e tanta voglia di raccontare il mondo che mi circonda