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Ermanno Lavorini è stato rapito e ucciso a soli 12 anni nel 1969, in un caso che scandalizzò tutta Italia. Che fine hanno fatto oggi i suoi assassini?

Un caso che ha sconvolto tutta Italia, quello dell’omicidio di Ermanno Lavorini, avvenuto a Viareggio nel 1969 e diventato molto rapidamente un caso mediatico. Il primo rapimento di un bambino nella storia italiano, attorno a cui nacque una polemica dai forti risvolti politici, che ha rappresentato uno degli episodi più controversi di manipolazione della verità e dell’opinione pubblica da parte dei media. Ad esso è dedicato il docufilm diretto da Claudio Pisano Viareggio 1969, in onda in prima serata su Rai 3 venerdì 20 gennaio 2023, e successivamente disponibile in streaming sulla piattaforma Rai Play.

Rapito inizialmente il 31 gennaio 1969, il 12enne Ermanno Lavorini venne ritrovato morto in una pineta vicino Viareggio il 9 marzo successivo. Immediatamente, le indagini sul suo caso coinvolsero l’ambiente omosessuale della città della Versilia, ma presto si allargarono a coinvolgere addirittura esponenti della giunta comunale. Tra gli accusati, un uomo di nome Giuseppe Zacconi, sottoposto a un linciaggio mediatico, morì d’infarto nel 1970, mentre un altro, Adolfo Meciani, venne addirittura arrestato e si suicidò in carcere. Nessuna di queste accuse, però, si rivelò veritiera.

Il processo, tenutosi nella seconda metà degli anni Settanta, si concluse con la condanna in Cassazione di tre giovani viareggini: Marco Baldisseri, Pietro Vangioni e Rodolfo Della Latta. Condannati rispettivamente a 8, 9 e 11 anni di prigione, i tre erano stati tra i principali testimoni e accusatori nel corso delle indagini, proponendosi fin da subito come collaboratori della polizia nel tentativo di depistare le indagini. Facevano tutti parte di organizzazione politica di destra, il Fronte Monarchico Giovanile, che speravano di finanziare tramite i 15 milioni di lire ottenuti col riscatto.

Ermanno Lavorini genitori oggi

La condanna, ritenuta all’epoca troppo mite, scatenò varie polemiche all’epoca. I tre responsabil del rapimento e dell’omicidio del piccolo Ermanno Lavorini hanno scontato la loro pena, anche se uscendo in anticipo dal carcere rispetto alla scadenza fissata in tribunale. Su di loro e su ciò che hanno fatto una volta tornati in libertà, non si hanno molte informazioni. Baldisseri sarebbe finito a lavorare come cuoco, mentre Vangioni ha aperto un’azienda di recupero metalli. Della Latta, invece, riprese l’attività che aveva in precedenza, ovvero una ditta di pompe funebri.

Ermanno Lavorini aveva 12 anni quando sparì e fu ucciso, nel gennaio del 1969. I suoi genitori, all’epoca, avevano un negozio di tessuti nel centro di Viareggio. Si chiamavano Lucia e Armando, e avevano un’altra figlia, Marinella, e il giorno della sparizione del fratello fu lei a rispondere per prima al telefono alla chiamata dei rapitori. Di loro non si è mai saputo molto, specialmente dopo la fine del processo che ha portato alla condanna dei suoi assassini. Dalle ultime informazioni, risulta che entrambi i coniugi Lavorini siano morti nel 2001.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno