Liliana Segre chi è e la sua storia

Liliana Segre chi è e la sua storia

Liliana Segre è una nota senatrice italiana, ma soprattutto una delle più importanti testimoni italiane dell’Olocausto ancora in vita. Scopriamo la sua storia.

Nel Giorno della Memoria, una delle figure più importanti della scena italiana nel ricordo dell’Olocausto è senza dubbio Lilian Segre. Scrittrice e attivista di 92 anni, dal 19 gennaio 2018 è senatrice a vita della Repubblica italiana, dopo nomina del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con la seguente motivazione: “per avere illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”. Dal 15 aprile 2021 è poi presidente della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Raccontiamo, brevemente, la sua storia. Nata a Milan nel 1930 in una famiglia di origini ebraiche non praticante, Liliana Segre è figlia di Alberto Segre, imprenditore e antifascista, e di sua moglie Lucia Foligno. Perse la madre che aveva solo un anno, e crebbe così col padre e i nonni. Nel 1938, dopo la proclamazione delle leggi razziali, venne espulsa da scuola; successivamente, nel 1943, si trasferì con la famiglia a Inverigo, vicino Como, da cui cercò poi di fuggire in Svizzera. I Segre furono però scoperti e catturati, dopo essere stati respinti al confine dalla autorità elvetiche: fu incarcerata assieme al padre e a due cugini prima a Varese, poi a Como, e infine a Milano.

Il 30 gennaio 1944, venne deportata nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, quindi separata dal padre, che non rivide mai più: Alberto Segre morì il 27 aprile 1944. Anche i nonni di Liliana Segre vennero arrestati e deportati ad Auschwitz, quindi uccisi il giorno stesso in cui arrivarono, il 30 giugno 1944, nelle camere a gas. Fino al gennaio del 1945 fu sottoposta ai lavori forzati nel campo, quindi evacuata e costretta a fare una delle famose “marce della morte” fino in Germania, dove venne nuovamente rinchiusa nel campo di Malchow, da cui venne liberata il 1° maggio dello stesso anno dall’Armata Rossa. Liliana Segre fu una dei 25 sopravvissuti italiani di Auschwitz. Al rientro in Italia, all’età di 14 anni, è andata a vivere con gli zii e poi con i nonni materni. A lungo non ha voluto parlare della sue esperienza nei campi di concentramento, fino a che nel 1997 non ha accettato di apparire nel film documentario Memoria di Ruggero Gabbai. Da quel momento, Liliana Segre ha iniziato un’intensa attività di sensibilizzazione e testimonianza sulla Shoah, anche attraverso la sua attività politica parlamentare, intrapresa dopo la nomina a senatrice a vita del 2018. Su questo tema, ha partecipato alla realizzazione di documentari cinematografici e televisivi, di libri e di opere teatrali.

Liliana Segre scorta

Nel corso di questi anni in parlamento, Liliana Segre ha ottenuto una grande notorietà, ma è anche divenuta bersaglio frequente di insulti e minacce antisemite, in particolare sui social network, come più volte evidenziato dall’Osservatorio Antisemitismo. Dal 7 novembre 2019 le è stata dunque assegnata una scorta dei Carabinieri, a causa delle minacce di morte ricevute e anche di uno striscione contro di lei realizzato dal movimento neofascista Forza Nuova. Il tipo di scorta che le è stato assegnato è di pura tutela: un carabiniere ha il compito di accompagnarla in ogni uscita. “Non sono stata io a chiederla: mi è stata assegnata per le minacce che ricevevo e purtroppo continuo a ricevere. – ha dichiarato al Corriere della Sera – Ma la mia scorta è diventata una splendida sorpresa. I carabinieri che ogni giorno mi sono accanto hanno più o meno l’età dei miei nipoti. Siamo diventati un’affiatata famiglia allargata.”

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