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Un sacchetto di biglie è un film francese del 2017, tratto da un celebre romanzo omonimo già trasposto al cinema. Scopriamo la vera storia dietro alla pellicola.

Joseph e Maurice sono due fratelli francesi di origine ebraica, la cui vita viene sconvolta dalla guerra e dall’occupazione nazista. Gradualmente, le leggi razziali causano il loro isolamento a scuola, fino a che il padre non decide di mandarli al sicuro, facendoli scappare verso la zona di occupazione italiana, nel sud del paese. È questa la trama di Un sacchetto di biglie, film del 2017 co-prodotto tra Francia, Canada e Repubblica Ceca, diretto dal canadese Christian Duguay (Il giovane Hitler), con protagonisti i giovani attori Dorian Le Clech e Batyste Fleurial. Dietro alla pellicola, che tratta il tema dell’Olocausto, c’è come spesso accade una storia vera. Il film Un sacchetto di biglie (titolo originale: Un sac de billes) è tratto da un romanzo omonimo pubblicato in Francia nel 1973, e poi tradotto per il mercato italiano tre anni dopo. Già negli anni Settanta il libro aveva avuto un grande successo, venendo subito trasposto al cinema una prima volta: la pellicola uscì nel 1975 per la regia di Jacques Doillon, con protagonisti Richard Constantini e Paul-Eric Schulmann.

Un sacchetto di biglie storia vera

L’autore del romanzo originario è Joseph Joffo, che nel libro ha raccontato la vera storia accaduta a lui da bambino assieme al fratello Maurice. Joffo aveva poco più di 10 anni quando la Francia si ritrovò invasa dai nazisti, durante la Seconda Guerra Mondiale. Suo padre, che era un barbiere, diede a lui e a suo fratello Maurice 20mila franchi e tutte le istruzioni per abbandonare Parigi e raggiungere Nizza, nel sud della Francia, nel territorio occupato dagli italiani, all’epoca alleati dei tedechi ma in cui era ritenuto più facile vivere per gli ebrei. Le vicende narrate nel libro Un sacchetto di biglie sono dunque strettamente autobiografiche. La famiglia Joffo si riunì alla fine della guerra, con la sola eccezione del padre, catturato e poi ucciso ad Auschwitz.  Joseph Joffo ha ripreso l’attività di famiglia, avendo un buon successo, fino a che nei primi anni Settanta non ha deciso di mettere per iscritto la storia della sua sopravvivenza durante la guerra. Il libro Un sacchetto di biglie ebbe un grande successo, permettendogli di avviare una florida carriera di scrittore. È morto in Francia il 6 dicembre 2018, all’età di 87 anni. Joseph Joffo, che ha contribuito al film, in particolare aiutando a ricostruire il salone di parrucchiere del padre, ha incontrato i due attori che interpretano il ruolo di suo fratello e di se stesso. “Volevano sapere se tutto nel libro era vero. Ho detto loro che ero addirittura al di sotto della realtà perché volevo che il libro prendesse vita dimostrando che i bambini avevano una possibilità di uscirne”, ha confidato. “In questo momento, la storia che ho vissuto mi risuona particolarmente forte”, osserva, riferendosi ai migranti gettati sulle strade dalla guerra. “Spero che il film ci faccia interrogare sul destino di questi bambini e di queste famiglie divise”.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno