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La vera storia di Fernanda Wittgens, la prima donna ad assumere il ruolo di direttrice della Pinacoteca di Brera, salvatrice di tante opere d’arte

Il film Fernanda racconta la storia vera della straordinaria figura di Fernanda Wittgens, la prima ad assumere le redini della Pinacoteca di Brera e in generale a occupare un ruolo di questo calibro in musei e istituzioni di tale livello. Il contributo che ha dato Fernanda Wittgens all’Italia è stato incredibile: divenuta direttrice della Pinacoteca di Brera nel 1940, durante la Seconda Guerra Mondiale si trova a rivestire un ruolo di primo piano, lavorando alacremente per mettere al riparo le ingenti opere d’arte costituite dalla Pinacoteca sia dai bombardamenti che dalle razzie dei nazisti, intense soprattutto negli anni dell’occupazione tedesca del nord Italia, ovvero negli ultimi anni del conflitto, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Il suo apporto è stato fondamentale per salvare opere d’arte di inestimabile valore e non solo, perché Fernanda Wittgens, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, si è prodigata moltissimo, sfruttando la sua posizione, per salvare dalla deportazione moltissimi ebrei, ma anche familiari e amici.

Fernanda, biopic dedicato alla sua figura, racconta la storia vera di Fernanda Wittgens in quegli anni quando anche molti intellettuali finivano nel mirino del governo fascista, specialmente di dissidenti politici e Fernanda, insieme al cugino Gianni Mattioli, sono stati fondamentali nel far uscire dall’Italia persone invise al regime. Proprio quest’attività, poi, è costata la prigione a Fernanda Wittgens, a causa del tradimento di un giovane ebreo tedesco che stava aiutando. Il contributo fondamentale di Fernanda Wittgens all’Italia non si ferma agli anni del conflitto, ma si è reso ancora più intenso nel dopoguerra, quando la donna, liberata dal carcere, ha ripreso il proprio ruolo alla Pinacoteca di Brera e ha lavorato alla sua riorganizzazione fino alla fine dei suoi giorni. A lei si devono opere fondamentali come i restauri del Cenacolo di Leonardo e del Museo alla Scala e il suo lavoro è rimasto nella storia della cultura italiana, dando da valerle nel 1953 la Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte e nel 1956 la nomina a Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il contributo che ha dato alla Nazione Fernanda Wittgens in termini di vite e opere salvate è stato incredibile.

Fernanda Wittgens biografia

Fernanda Wittgens è nata a Milano il 3 aprile del 1903. Suo padre era un professore liceale e, anche se è scomparso prematuramente, quando Fernanda aveva appena 7 anni, ha trasmesso quella passione alla figlia, che si è laureata all’Accademia scientifico-letteraria di Milano in storia dell’arte e da lì ha cominciato il suo percorso che l’ha portata fino alla Pinacoteca. Fondamentale, in tal senso, il lavoro con Ettore Modigliani, noto museologo italiano e direttore della Pinacoteca che verso la fine degli anni ’20 assume Fernanda e la inizia al lavoro nel museo. Come si vedrà anche nel film Fernanda che racconta la storia vera della donna, Fernanda Wittgens farà una gran carriera nei ranghi della Pinacoteca, fino a diventarne direttrice (una nomina storica visto che è la prima donna a riuscirci) e riuscendo a destreggiarsi nei tumultuosi anni della guerra. Nel luglio 1944 Fernanda Wittgens finisce però in carcere, denunciata da un ragazzo ebreo che stava provando a far scappare, ma che ha deciso invece di collaborare con i tedeschi. Grazie alla sua famiglia, che le fornì un certificato di tisi, Fernanda riuscì ad uscire di carcere nel febbraio 1945 e con la fine della guerra la pena decadde. Così, nel dopoguerra la donna ha ripreso il suo posto alla Pinacoteca di Brera e l’ha riportata a nuovo splendore, collaborando in generale alla ricostruzione artistica dell’intera città di Milano. La morte di Fernanda Wittgens è giunta prematuramente l’11 luglio del 1957, quando la donna aveva appena 54 anni.

Danilo Budite

Romano, classe 1995. Una laurea in editoria e scrittura e tanta voglia di raccontare il mondo che mi circonda