Perché i Pooh si chiamano così

Danilo Budite
15/02/2023

Perché i Pooh si chiamano così

Perché i Pooh si chiamano così: le origini della leggendaria band, tra la scelta del nome e le canzoni più famose che hanno fatto la storia

Il nome Pooh è praticamente sinonimo di storia della musica italiana ma a distanza di decenni in tanti si chiedono perché i Pooh si chiamano così. Il gruppo, nato a Bologna nel 1966, ha scritto alcune delle pagine più importanti della nostra musica. Il nucleo originario dei Pooh si forma nel 1962, formato dal batterista Valerio Negrini e dal chitarristi Mauro Bertoli, con l’aggiunta, due anni più tardi, di Vittorio Costa alla voce, di Giancarlo Cantelli al basso e di Bruno Barraco alle tastiere. Inizialmente il gruppo ha il nome The Jaguars, ma al momento di firmare il primo gruppo discografico con la Vedette, casa discografica di Armando Sciascia, la band deve cambiare nome perché esiste già un gruppo che si chiama I Jaguars. Così, una collaboratrice della casa discografica, Aliki Andris, propose il nome Pooh, ispirandosi proprio al famoso orsacchiotto Winnie the Pooh, amato dalla donna e al tempo ancora non famosissimo in Italia. Anche per sbrigarsi, i componenti del gruppo accettarono questa soluzione e così, in questo modo, abbastanza singolare, è nata quella che sarebbe diventata una delle band più famose di tutta la storia della musica italiana, col nome ispirato a un vero e proprio mito dei bambini di tutto il mondo.

Pooh canzoni famose

Quel repentino cambio di nome è servito ai Pooh per incidere il primo 45 giri, uscito nel 1966, dal titolo Vieni fuori. Da quel momento, sono state davvero tantissime le canzoni famose dei Pooh, che dopo la loro nascita hanno vissuto dei momenti di assestamento, fino ad arrivare a quella che sarebbe diventata la formazione storica della band. Presto, infatti, nel gruppo hanno iniziato a fare la propria comparsa Riccardo Fogli e Roby Facchinetti, che si sono uniti già nel 1966 al gruppo, poi due anni dopo è stato il turno di Dodi Battaglia e infine di Stefano D’Orazio e di Red Canzian. Insieme, i Pooh hanno pubblicato ben 32 album in studio, a cui si aggiungono 8 album dal vivo e ben 18 raccolte. Numeri pazzeschi, per una band che ha regalato canzoni molto famose. Spicca, chiaramente, Piccola Katy, il primo grandissimo successo dei Pooh datato 1968. Ancora oggi, Piccola Katy è sicuramente una delle canzoni più famose dell’intero patrimonio musicale italiano e a questa se ne sono aggiunte presto altre: da Tanta voglia di lei a Pensiero, enormi successi a inizio anni ’70, a Dammi solo un minuto, una delle hit realizzate invece nella seconda meta degli anni ’70. Negli anni ’80 abbiamo brani come Chi fermerà la musica, mentre gli anni ’90 si aprono con quella che è l’altra canzone simbolo dei Pooh oltre Piccola Katy: Uomini soli, brano con cui la band ha vinto il Festival di Sanremo alla sua prima, e unica, partecipazione alla rassegna canora. Gli anni ’90 continuano con altri successi come Il cielo è sopra le nuvole e Amici per sempre, mentre nei 2000 troviamo La grande festa e Cuore azzurro, inno che i Pooh hanno inciso per la spedizione della Nazionale di calcio italiana al Mondiale in Germania nel 2006: decisamente un bellissimo auspicio. La fine dell’avventura dei Pooh arriva, poi, nel 2016, con lo scioglimento della band, prima della reunion prevista per l’estate del 2023 dove le immortali canzoni dei Pooh torneranno a vivere nelle splendide cornici dello stadio San Siro di Milano e dell’Olimpico di Roma.

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