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La Sposa è la la nuova miniserie Rai con Serena Rossi e Giorgio Marchesi. La trama è in parte ispirata a fatti realmente avvenuti

Con le repliche su Rai 1 torna l’interesse per la vera storia de La Sposa, la miniserie Rai prodotta da Rai Fiction in collaborazione con Endemol Shine Italy, per la regia di Giacomo Campiotti. L’idea della serie è della scrittrice e regista Valia Santella, autrice della sceneggiatura assieme a Eleonora Cimpanelli e Antonio Manca. La storia vede la protagonista Serena Rossi nei panni di Maria Saggese, una giovane donna calabrese che, alla fine del 1960, accetta in cambio di denaro un matrimonio per procura con un contadino del Vicentino, Italo (Giorgio Marchesi), dovendosi così trasferire al Nord e scontrandosi con una società ostile.

L’attrice principale della miniserie, Serena Rossi, ha raccontato di voler dedicare La Sposa a sua nonna: “Questa serie dà voce alle donne come lei che hanno aiutato questo paese ad essere quello che è”. Ma oltre a questo riferimento sentimentale, il nuovo prodotto Rai affonda le sue radici in una storia molto reale: sebbene Maria Saggese e le vicende che affronta siano frutto dell’immaginazione degli sceneggiatori di Rai Fiction, molte donne del dopoguerra vissero esperienze come la sua .In particolare, una è stata raccontata in una lettera pubblicata da Reportage Online e presente anche sulla pagina Facebook Le 1001 storie degli Italiani nel Mondo. Si tratta della storia di Carmela Rocca Palermo, che come la protagonista de

La Sposa era una giovane donna calabrese sposatasi per procura e costretta dunque a emigrare. Carmela non andò al Nord Italia, ma addirittura in Australia, quando aveva solo 17 anni, e ha raccontato tutte le difficoltà affrontate in un mondo completamente nuovo, a livello culturale e anche linguistico. Al mattino lavorava nei campi e accudiva i figli avuti con uno sconosciuto, la sera leggeva portando nel cuore quel desiderio di emancipazione che l’accomuna a Maria Saggese de La Sposa. Carmela veniva da un piccolo paese in provincia di Catanzaro e si chiedeva il perché per ottenere un futuro migliore per se e i suoi cari una donna era costretta ad un matrimonio combinato. La storia quella che potremmo definire il personaggio di Serena Rossi nella realtà è una storia che finisce bene, perché Carmela è riuscita a superare le avversità e addirittura a tornare a scuola a 45 anni, terminando gli studi interrotti in Italia e avviando una discreta carriera da scrittrice.

La sposa e i matrimoni combinati

Il matrimonio per procura è generalmente collegato al cosiddetto matrimonio combinato: i due sposi in realtà non si conoscono veramente prima di concordare le nozze, e il matrimonio viene deciso da altri o attraverso degli intermediari. I matrimoni per procura divennero particolarmente diffusi tra gli emigranti italiani del dopoguerra, in special modo tra quelli meridionali, che rappresentano la maggior parte della popolazione migratoria italiana degli anni Cinquanta e Sessanta. Molti giovani uomini si trasferivano in cerca fortuna nel Nord Italia o anche all’estero (Stati Uniti, Venezuela, Canada, Australia), ma raramente sposavano donne del luogo. Più spesso venivano a conoscenza da altri emigranti di loro parenti in età da marito rimaste in Italia, e tramite loro prendevano contatti con i famigliari di queste ragazze rimasti in Italia per concordare il matrimonio.

Solitamente, prima di ufficializzare le nozze avvenivano degli scambi di lettere e fotografie, giusto per avere una minima conoscenza del futuro coniuge. Ma in realtà, nemmeno il matrimonio avveniva alla presenza di entrambi gli sposi: un delegato dello sposo, solitamente un suo parente, andava a firmare i documenti al paese d’origine della sposa (da qui appunto il nome di matrimonio “per procura”), che poi raggiungeva il marito là dove lui lavorava, e solo al quel punto i due s’incontravano per la prima volta.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno