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Tina Anselmi è stata una importante partigiana italiana e successivamente la prima donna divenuta Ministra della Repubblica. Scopriamo di cosa è morta.

È stata una delle figure più importanti della storia della Resistenza e poi della Repubblica italiana, Tina Anselmi. La causa della sua morte è una malattia che l’affliggeva da diversi anni, nello specifico il 2001 quando aveva 74 anni. Nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo 1927, alla fine del 1944 si iscrisse alla Democrazia Cristiana e divenne una staffetta partigiana nella Brigata Cesare Battisti, con il nome di battaglia di “Gabriella”. Dopo la Liberazione, si laureò in Lettere alla Cattaolica di Milano nel 1948, diventando insegnante elementare e iniziando l’attività sindacale, prima nella CGIL e poi, dopo il 1950, nella neonata CISL. Nel corso degli anni Cinquanta fece carriera nelle fila della DC, arrivando a essere eletta deputata dal 1968 al 1992, e poi nel 1976 fu nominata Ministra del Lavoro e della Previdenza Sociale, prima donna della storia a rivestire un incarico ministeriale. Successivamente fu anche Ministra della Sanità, ed è durante il mandato (durato dal 1978 al 1979) che fu istituito il Servizio Sanitario Nazionale e fu approvata la legge 194 sul diritto all’aborto.

A partire dal 1992, Tina Anselmi, ormai 65enne, lasciò la carriera politica, nonostante fosse stata proposta per la carica di Presidente della Repubblica. Tornò a vivere al suo paese natale, Castelfranco Veneto, dove morì poco dopo la mezzanotte del 1º novembre 2016, all’età di 89 anni. La causa della morte di Tina Anselmi fu la malattia che l’affliggeva ormai da diversi anni: nel 2001 le era infatti stato diagnosticato il morbo di Parkinson, e negli anni precedenti la sua morte aveva anche avuto un ictus, che aveva aggravato ancora di più le sue condizioni di salute.

Tina Anselmi Alzheimer

Come detto, Tina Anselmi è morta a 89 anni per le conseguenze della malattia di Parkinson, da cui era affetta fin dal 2001. Si tratta di un disturbo degenerativo che si manifesta con resistenza ai movimenti passivi, tremore che insorge durante lo stato di riposo e può aumentare in caso di stato di ansia e bradicinesia. Tuttavia, online molti confondono la malattia che affliggeva la politica veneta con la malattia di Alzheimer, cioè la forma più comune di demenza, che comporta la perdita di memoria e di altre abilità intellettuali, rendendo molto difficile la vita quotidiana della persona malata.

Tin Anselmi non ha mai sofferto della sindrome di Alzheimer, ma il suo nome viene associato a questa malattia per via della proposta, fatta dall’ex assessore alla Cultura trevigiano Giancarlo Saran pochi giorni dopo la morte di Tina Anselmi, di dedicarle un centro di cura dell’Alzheimer. “È stata ministro della Sanità. – ha spiegato Saran – L’edificio, anche se non ancora operativo, rappresenta l’approdo di un lungo percorso di anni per realizzarlo. Tutta la rete del volontariato che supporta malati e famiglie è a trazione prevalentemente femminile”. Per questo motivo era sorta l’idea di intitolarle la struttura e anche per questo nasce la confusione sulla malattia che l’aveva colpita. Alla fine, però, la struttura sorta a Castelfranco Veneto non porta il nome di Tina Anselmi, ma di Domenico Sartor.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno