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Tra gli uomini della vita di Dalida, uno in particolare contava: Luigi Tenco. Per lui tentò il suicidio un mese dopo la morte del cantautore

La storia d’amore tra Dalida e Luigi Tenco ha segnato la storia della musica e la vita della cantante di origine francese che dopo la morte del cantautore non si è mai realmente più ripresa. Una storia avvolta da tragedia e mistero considerando come ancora oggi numerose teorie puntano a sconfessare il suicidio di Tenco parlando apertamente di complotto e omicidio. Dalida e Luigi Tenco si sono conosciuti, come tutti sanno, per motivi artistici. Dopo la fine del matrimonio con Lucien Morisse, Dalida moltiplica le conquiste fino a incontrare Luigi Tenco. Il primo che gli fa venire voglia di impegnarsi davvero. Il cantautore seduce e sconvolge con testi che si oppongono alla società borghese e conservatrice del suo paese. Nel 1966 i suoi produttori decisero di iscriverlo al Festival di Sanremo per l’anno successivo e lo vollero in coppia con Dalida: i due artisti scoprono molti punti in comune, si rivedono, tra Francia e Italia, si innamorano ma riescono a mantenere segreto il loro idillio. Dall’amore a prima vista, i due innamorati passano a un colpo di fulmine. Al Festival di Sanremo 1967 si presentono in coppia e in quell’edizione eseguono a turno la stessa canzone. I due nonostante i tanti pronostici favorevoli vengono eliminati, uno smacco che Luigi Tenco non accetta. Scappa e poche ore dopo è proprio Dalida che scopre il suo corpo senza vita nella sua camera d’albergo. In seguito si scoprirà che i due cantanti volevano sposarsi dopo la kermesse musicale. Il ricordo di Luigi Tenco ha accompagnato a lungo Dalida. L’ha persino perseguitata. Quando medita davanti alla sua tomba, le settimane che seguono, confida a Rosie, la sua segretaria: “Vedi, c’è un posto accanto”. Si tuffa nel lavoro per andare avanti e soprattutto dimenticare, ma non ci riesce proprio. Ha solo una cosa in mente: unirsi a Luigi.

Dalida Luigi Tenco: l’aneddoto ai concerti

Decide così di suicidarsi in una stanza nell’hotel Prince de Galles. Deve la sua vita, o la sua sopravvivenza, alla curiosità di una cameriera che spinge la porta della sua suite perché sorpresa che nessuno risponda. Ma lei non sarà mai più la stessa. La sua biografa Catherine Riholt afferma che a 34 anni, Dalida, una volta radiosamente sana e gioiosa è definitivamente scomparsa. Per sette anni, fino al 1974,  conclude tutti i suoi concerti con la canzone Ciao, amore, ciao, quella che aveva portato con Luigi Tenco al Festival di Sanremo. Fino a quando i suoi produttori non decidono di trovare un titolo più felice per salutare il suo pubblico. Dalida ritroverà l’amore. Ma su tutte le sue storie aleggia un profumo di maledizione, un’ombra che impedisce all’artista di essere totalmente felice. Il 1967 rimarrà per sempre un anno terribile. Pochi mesi dopo la morte di Luigi Tenco, si innamorò di un altro italiano, Lucio, un giovane studente di 22 anni quando ne aveva 34. Un’avventura di brevissima durata che però porta ad una gravidanza, Dalida rimane incinta ma decide di non tenere il bambino. L’aborto clandestino la rese sterile, facendo sprofondare la cantante un po’ di più in un sentimento di angoscia e tristezza. Successivamente il suo primo marito, Lucien Morisse, si suicidò nel 1970 con una pallottola in testa. Il suo grande amico Mike Brant, per alcuni ritenuto uno degli amori di Dalida, si suicidò nel 1975 gettandosi dalla finestra del suo appartamento nel 16° arrondissement di Parigi. Poi anche Richard Chanfray con cui ha avuto una relazione dal 1972 al 1981 ha messo fine alla sua vita suicidandosi con i gas di scarico del suo veicolo.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita alla SEO non posso più farne a meno