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Raul Gardini è stato un noto e affermato imprenditore italiano, la cui vicenda è ricordata soprattutto per le indagini giudiziare e la tragica morte.

Raul Gardini è una figura controversa, tutt’oggi ricordato con un misto di luci e ombre. Imprenditore affermato e di successo, all’inizio degli anni Novanta restò coinvolto in un grande scandalo, che portò infine alla sua tragica morte, il 23 luglio 1993. Nato a Ravenna nel 1933, proveniva da un’agiata famiglia locale: il padre era un importante imprenditore agricolo, mentre la famiglia della madre possedeva una fonderia. Lui studiò a Bologna, entrando poi come dirigente alla Ferruzzi, un’azienda agroalimentare ravennate: nel 1979, alla morte del titolare Serafino Ferruzzi, la società venne affidata alla sua direzione, essendo sposato dal 1957 alla figlia dell’imprenditore.

Sotto la sua gestione, quest’azienda importante ma essenzialmente locale, iniziò a crescere, rinnovandosi e ampliandosi attraverso continue acquisizioni negli anni Ottanta, tra cui si ricorda soprattutto quella del colosso dolciario Eridania. Divenuto molto popolare sui media, Raul Gardini lanciò la fortunata scalata alla Montedison, un grande colosso della chimica e dell’agroalimentare, e successivamente si rese ancora più celebre attraverso le sponsorizzazioni sportive nel basket, nel volley e nella Formula 1. Fu anche attivo in primo piano nello sport, grazie al suo grande amore per la vela, iscrivendo nel 1988 la sua barca, il Moro di Venezia, alla America’s Cup.

Alla fine degli anni Ottanta, parteciperò alla nascita del colosso Enimont, sorto dalla fusione tra l’ENI e la sua Montedison. L’ambiziosa operazione, condotta grazie al supporto di molti politici di spicco, si concluse però molto male, con consistenti perdite addossate da Enimont all’ENI. Raul Gardini finì dunque per lasciare anche il gruppo Ferruzzi, ma all’inizio degli anni Novanta si ritrovò implicato nell’inchiesta Mani Pulite, in cui era accusato sia per la vicenda Enimont sia per tangenti versate a vari politici. Il 23 giugno 1992, Gardini scrisse una lunga lettera al Sole 24 Ore per chiarire la sua posizione e assicurare e dichiarare la sua innocenza. La sua posizione giuridica, però apparve fin da subito molto complicata.

Raul Gardini causa morte

Questi eventi condussero tragicamente alla sua morte. Sotto accusa da parte della magistratura e screditato sui media, dov’era stato in passato molto popolare, Raul Gardini decise di togliersi la vita sparandosi in testa, il 23 luglio 1993. Il suo corpo venne ritrovato nella sua casa di Milano, Palazzo Belgioioso. Inizialmente circolarono molte voci e tesi alternative al suicidio, ma le indagini sulla sua morte non hanno appurato altro possibile sviluppo degli eventi se non questo. Dalle precedenti conversazioni che Raul Gardini aveva avuto con i suoi rappresentanti legali, emerse che l’imprenditore era rimasto particolarmente scosso dal suicidio in carcere di Gabrieel Cagliari, che era stato suo rivale nella vicenda Enimont.

Il processo Enimont proseguì, con l’accusa di finanziamento illecito, per una maxi-tangfente di 150 miliardi di lire versata ai politici per facilitare la conclusione favorevole della fusione tra Eni e Montedison. Nel 1998, la Corte di Cassazione mise la parola fine al processo, confermando le condanne a vari politici italiani (Arnaldo Fanfani, Giorgio La Malfa, Umberto Bossi e altri ancora) per aver ricevuto la tangente da Gardini, e del dirigente della Ferruzzi Sergio Cusani, che fece da intermediario tra Raul Gardini e i politici.

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.