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Shogun su Disney Plus: qual è la vera storia della nuova serie storica ambientata del Giappone dei samurai

Shogun è la serie evento di questo periodo, dopo il debutto di oggi, martedì 27 febbraio, sulla piattaforma di streaming Disnet Plus. Ideata da Rachel Kondo e Justin Marks, vanta un cast con Anna Sawai, Cosmo Jarvis e due grandi nomi del cinema giapponese contemporaneo, come Hiroyuki Sanada e Tadanobu Asano. Ambientata nel XVII secolo in Giappone, ha una chiara connotazione storica, ma quanto c’è di vero dietro alla finzione scenica? La serie è tratta dal romanzo omonimo di James Clavell, pubblicato nel 1975 e già trasportato sul piccolo schermo nel 1980. Ma già il libro, sebbene raccontasse una storia del tutto inventata dal suo autore, prendeva ispirazione da diversi episodi della storia giapponese. Clavell aveva sviluppato un interesse per la storia e la cultura giapponesi per ragioni abbastanza insolite: soldato britannico durante la Seconda Guerra Mondiale, fu catturato e passò ben tre anni in un campo di prigionia nipponico. In seguito, però, divenne un prolifico scrittore e sceneggiatore, a cui si deve ad esempio il copione del capolavoro del cinema di guerra La grande fuga (1963). In Shogun, come detto, Clavell ricamò una storia inventata attorno a personaggi e fatti realmente accaduti. Il protagonista del romanzo è John Blackthorne, un marinaio inglese naufrago in Giappone e che si deve confrontare con una cultura affascinante e complessa. La sua figura è ispirata a quella di William Adams, un marinaio inglese che lavorava però per la Compagnia delle Indie Orientali Olandesi, e che arrivò in Giappone nel 1600. Adams seppe conquistarsi la fiducia di uno degli uomini più potenti della paese, il daimyo Tokugawa Ieyasu, diventandone il fedele consigliere. Tokugawa Ieyasu è invece la figura alla base di Yoshi Toranaga, il daimyo che sta cercando di unificare il Giappone sotto il proprio potere, ascendendo al titolo di shogun. Lo shogun era la principale figura politica del Giappone feudale, un governatore militare e un Primo Ministro dell’Imperatore (il quale però era solamente una figura istituzionale, senza responsabilità di governo). Per oltre due secoli il titolo di shogun era stato appannaggio della famiglia Ashikaga, ma dal 1467 il paese si era ritrovato costantemente esposto alle rivolte dei governatori locali (i daimyo), che avevano dato inizio al Periodo Sengoku (l’epoca degli stati belligeranti).

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Shogun, il potere della famiglia Tokugawa

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La fase conclusiva, e più nota, del Periodo Sengoku, è quella che si svolge tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. Vede prima la caduta definitiva degli Ashikaga e poi la divisione del Giappone tra Oda Nobunaga, Toyotomi Hideyoshi e Tokugawa Ieyasu. Quest’ultimo fu quello che prevalse alla fine, in particolare dopo la decisiva vittoria nella battaglia di Sekigahara, il 21 ottobre 1600. Tokugawa Ieyasu divenne così il nuovo shogun, pacificando il paese e dando inizio al Periodo Edo (dal nome della nuova capitale, l’attuale Tokyo). La famiglia Tokugawa rimase al potere fino al 1868, quando la carica dello shogun venne abolita e il potere politico tornò nelle mani dell’Imperatore, durante la cosiddetta Restaurazione Meiji.

Valerio Rossari

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.