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Margherita Hack non ha vinto il Premio Nobel, vi sorprende? Le scoperte fatte dall’astrofisica a cui è dedicata la fiction Margherita delle stelle

Margherita Hack è stata una figura iconica della cultura italiana della seconda metà del Novecento, sia come attivista politica sia come astrofisica e divulgatrice scientifica. In questi giorni Rai 1 le ha dedicato una fiction con protagonista Cristiana Capotondi, Margherita tra le stelle, che vuole avvicinare il pubblico italiano, specialmente quello più giovane, alla storia di una delle più importanti scienziate italiane di sempre, scomparsa ormai 11 anni fa. Un omaggio doveroso per una delle personalità più importanti del nostro Paese. Proprio per questo qualcuno, magari guardando la fiction su Rai, potrebbe chiedersi come mai una scienziata della sua fama e della sua importanza non abbia mai vinto il Premio Nobel per la Fisica. In realtà, una risposta precisa e sicura a questo quesito non esiste, perché ufficialmente non si sa il motivo di questa strana dimenticanza. Online, qualcuno ipotizza che possa essere dovuta a certe battaglie politiche, ad esempio contro l’eutanasia o in favore dei diritti degli animali. In realtà, è molto improbabile che questi aspetti abbiano avuto un qualche ruolo nella mancata assegnazione del Nobel: nel corso della storia non sono mancati i premi assegnati a personalità dal forte impegno politico.

Il vero problema potrebbe essere in realtà quello di un implicita sottovalutazione che il mondo della scienza ha nei confronti delle donne, in particolare nell’ambito della Fisica. Nella storia, solo due donne hanno vinto il Nobel per la Fisica: Marie Curie nel 1903, e Andrea Ghez nel 2020. Bisogna quindi tenere conto del fatto che, fino a che Margherita Hack è stata in vita, solo una donna aveva ricevuto il premio. Inoltre, sia Curie che Ghez sono state premiate assieme a un uomo: la prima assieme al marito Pierre e ad Antoine Henri Becquerel, mentre la seconda assieme ai colleghi Roger Penrose e Reinhard Genzel. Proprio per questo in tanti sostengono che il riconoscimento non sia arrivato perché donna.

Margherita Hack scoperte

Margherita Hack figlia adottiva

Le prime ricerche di Margherita Hack hanno riguardato le cefeidi, un gruppo di stelle variabili che cambiano la loro luminosità nell’arco di soli 50 giorni. Erano state scoperte all’inizio del Novecento da Henrietta Leavitt, che però aveva avuto poco credito per quello studio, a causa del fatto di essere una donna. Grazie agli studi di Leavitt e Hack, oggi le cefeidi sono considerate un punto di riferimento fondamentale per misurare la distanza tra le galassie alle quali appartengono. Un altro importante studio condotto dalla scienziata italiana riguarda l’osservazione della stella Epsilon Aurigae, effettuata tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta. Hack utilizzò i raggi ultravioletti per osservare la stella, e fu così la prima a scoprire si trattava in realtà di un sistema formato da tre stelle. Solo molti anni dopo, grazie alla messa in orbita dei satelliti, fu possibile confermare che aveva ragione.

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.