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L’attaccante statunitense Roy Lassiter non lasciò affatto il segno nella sua fugace esperienza in Italia. Ebbe anche a che fare con la giustizia.

Sono trascorsi ampiamente i 20 anni da quando Roy Lassiter si affacciò nel calcio italiano. Secondo calciatore statunitense a giocare dalle nostre parti, questo attaccante nato a Washington il 9 marzo 1969 non lasciò però il segno. In rossoblu furono solamente due le presenze racimolate, e l’occasione fu troppo ghiotta per il tifo organizzato del Grifone che non gli risparmiò il seguente striscione di addio: “Torna a casa Lassi”. Da applausi. Non certo come la carriera del Nostro, che resta circoscritta ad alcune cose buone, ma a livelli di certo non memorabili. Di certo c’è che Roy Lassiter risulta essere il secondo miglior capocannoniere di tutti i tempi della MLS statunitense per quanto riguarda la regular season. Meglio di lui ha fatto in tempi recentissimi solamente l’ex meteora del Torino, Josef Martinez.

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Roy Lassiter, la depressione che lo colpì da giovane

Lui comincia a praticare sport da bambino, ma non il ‘soccer’, relegato da quelle parti ad un ruolo secondario dietro ai vari basket, baseball e hockey. Lassiter pratica proprio i primi due, per poi scoprire il calcio. La tecnica non era affatto sopraffina, però lui sapeva buttare il pallone in porta. Sempre da giovanissimo esordisce anche in Nazionale: è il 1992, e fino al 2000 metterà su 30 presenze e 4 gol, con anche la partecipazione alla gold Cup nel 1998. Gli Stati Uniti si piazzeranno secondi. Ma l’ex genoano non prenderà parte ai Mondiali casalinghi del 1994, con l’allora ct Bora Milutinovic che non lo ritenne all’altezza. Il calciatore aveva saputo tirarsi fuori anche da una situazione molto difficile. L’anno di esordio in nazionale fu contraddistinto da un grave infortunio e dal divorzio dei suoi genitori. Due circostanze capitate l’una appresso all’altra che lo portarono a cadere in una profonda depressione. Fu questo il motivo di due arresti subiti, una volta per avere falsificato delle carte di credito ed un’altra per avere tentato un furto con scasso.

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Via in giro per il mondo

L’unica cosa da fare in una situazione simile fu emigrare. Dopo gli inizi con Athens Drive (1985/1989), Raleigh United e Lees-McRae College (1989) e NC St. Wolfpack (1990/1992), Lassiter se ne va in Costa Rica, per giocare con le varie Municipal Turrialba (1992/1993), Carmelia (1993/1994) ed Alajuense (1994/1996). Con quest’ultimi vince il campionato nel 1995 dopo essere diventato il punto di riferimento in campo. Ma alla fine il richiamo di casa ha la meglio e vediamo il giocatore sbarcare in Florida, al Tampa Bay Mutiny, in tempo per disputare la prima annata in assoluto della neonata MLS. È forse il periodo migliore della carriera di Roy Lassiter, che anche in Nazionale vive le sue esperienze più soddisfacenti. Ed è così che gli osservatori del Genoa si accorgono di lui. Tutto bene? Macché. Pare che, giusto prima di imbarcarsi per l’Europa, Lassiter venne arrestato con l’accusa di spaccio di stupefacenti.

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Quel gol in rovesciata al Castel di Sangro

“Ovunque abbia giocato ho sempre fatto molti gol”. Si presentò così, con una piccola grande bugia bianca il colored americano. Il suo esordio in Serie B avvenne il 24 novembre 1996 durante un Genoa-Chievo 1-1, con una scialba mezzora di gioco. Stesso copione nel successivo Genoa-Foggia 0-1. Un gol in realtà lo segnò pure, ed in rovesciata. Avvenne durante la trasferta in casa del Castel di Sangro. Ma la gara fu sospesa per neve ed il risultato ed il gol dell’americano vennero invalidati. E lì in pratica finì la carriera italiana di Roy Lassiter. Ci volle poco per salire sull’aereo di ritorno verso casa, ufficialmente per motivi di famiglia.

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Il ritorno a casa

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La carriera proseguì tra alti e bassi ancora col Tampa Bay Mutiny, con in mezzo una ottima annata al DC United (ben 36 gol in 55 partite, nel 1999 vinse la MLS alla sua seconda esperienza con la squadra di Washington) e poi con i Kansas City Wizards, i Mariners ed i Laredo Heat, nelle serie inferiori statunitensi. Con quest’ultimo club Lassiter ha annunciato il ritiro dall’attività agonista nel 2004. Oggi pare che sbarchi il lunario dirigendo una scuola calcio estiva. Saltuariamente viene chiamato a fare da spalla tecnica per commentare gli incontri di calcio di cartello negli Stati Uniti. Nel 1997 la Nike lo scelse come testimonial per un suo spot pubblicitario. Lo stesso fece Electronic Arts per l’edizione del 1998 del videogioco calcistico FIFA per il mercato nordamericano. Mentre da noi c’era Maldini, per dire.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita al SEO non posso più farne a meno

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