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In Harry Potter e la Pietra Filosofale si parla del personaggio di Nicolas Flamel: chi è stato nella realtà e che ruolo ha nella saga

Uno dei protagonisti ombra del primo capitolo della saga di Harry Potter è Nicolas Flamel, un personaggio importante perché, anche se non appare mai in carne e ossa, è colui che rende possibile l’intero racconto visto che è l’artefice della pietra filosofale, l’oggetto che Lord Voldemort, in forma debole e dipendente dal professor Raptor, insegue per tutto il primo film. non tutti sanno, probabilmente, che il personaggio di Nicolas Flamel non è un parto della penna di J.K. Rowling, la famosa scrittrice della saga di Harry Potter, ma è ispirato a una persona realmente esistita. In Harry Potter e la Pietra Filosofale, dunque, Nicolas Flamel è un caro amico del preside di Hogwarts, Albus Silente, e creatore della pietra filosofale, ma chi è stato nella realtà? Il suo nome s’insegue nei libri di storia.

Il vero Nicolas Flamel è stato un famosissimo alchimista del 1300. Nato a Pontoise, in Francia, nel 1330, Flamel è stato uno dei massimi rappresentanti dell’alchimia, una disciplina antica che fondeva, insieme, scienza, filosofia ed esoterismo e si proponeva di plasmare la realtà mediante la manipolazione degli elementi e dei materiali. Il più grande obiettivo dell’alchimia e di tutti gli alchimisti che si sono inseguiti nel corso della storia è quello di riuscire a creare la pietra filosofale, una sostanza, come vedremo presto, capace di garantire la vita eterna al suo creatore. Il nome di Nicolas Flamel è stato legato a filo stretto a quello della pietra filosofale, perché come ogni alchimista che si rispetti il francese che ha ispirato il personaggio nella saga di Harry Potter ha dedicato la sua vita alla ricerca di tale sostanza. Della biografia di Flamel non si sa moltissimo: visse a Parigi a cavallo tra il XIV e XV secolo, sposò una donna di nome Perenelle e lasciò moltissimi scritti che testimoniano la sua ricerca nel campo dell’alchimia, anche se gran parte di questi testi sono di dubbia attribuzione. Col passare dei secoli, la figura di Nicolas Flamel ha assunto sempre più connotati leggendari, staccandosi dalla realtà storica e diventando un vero e proprio mito e modello letterario. Non a caso, il personaggio di Nicolas Flamel si trova in moltissimi testi successivi, non solo nel campo dell’esoterismo e dell’occulto, ma anche nella letteratura e nella cultura di massa. Col progresso della scienza, l’alchimia è stata accantonata nel campo dell’occulto e Nicolas Flamel è diventato un mito per tutti coloro che si addentravano in questo mondo. La sua figura viene ripresa anche da uno dei più grandi romanzieri di sempre, Victor Hugo, nel suo capolavoro Notrr-Dame de Paris, e dal celebre poeta surrealista André Breton nel suo manifesto. Tra le citazioni più celebri di Nicolas Flamel c’è sicuramente quella in Harry Potter e la Pietra Filosofale, ma ritroviamo l’alchimista anche in altri prodotti massmediatici come i fumetti della DC Comics, la serie di videogiochi Uncharted ed è il protagonista di una saga di romanzi scritti da Michael Scott.

Cos’è la pietra filosofale

Nella stesura della saga di Harry Potter, J.K. Rowling ha ripreso Nicolas Flamel nella sua anima di alchimista e in particolare nel mito della pietra filosofale. La Rowling ha reso Flamel un alchimista realizzato, l’unico in grado a perseguire il grande risultato di produrre la pietra filosofale. Così, nella saga di Harry Potter Nicolas Flamel e sua moglie sono ancora vivi ai giorni nostri grazie all’elisir di lunga vita estratto dalla pietra. A tal proposito, è bene fare un po’ di chiarezza su questa misteriosa sostanza, che per anni ha rappresentato una vera e propria chimera per alchimisti e non solo. Il mito della pietra filosofale risale ai tempi antichi e da sempre gli uomini, in particolare gli alchimisti, hanno cercato di realizzare questa sostanza, che secondo la tradizione ha tre grandi proprietà: produce l’elisir di lunga vita che rende immortali, dona l’onniscienza e trasmuta in oro tutti i metalli. Col tempo, chiaramente, ci si è resi conto che una sostanza del genere non può esistere, ma a lungo è stata diffusa la credenza che fosse possibile realizzarla. In Harry Potter e la pietra filosofale vediamo la rappresentazione di questa pietra nel suo canonico colore rosso, ma la saga sottolinea solo la prima proprietà della pietra, quello dell’immortalità, funzionale al racconto perché è ciò che cerca Lord Voldemort. Come ben sappiamo, alla fine di Harry Potter e la pietra filosofale la creazione di Nicolas Flamel viene distrutta e l’alchimista è destinato a morire insieme a sua moglie, senza poter più produrre elisir di lunga vita. Al giorno d’oggi, la pietra filosofale non è più una mitica sostanza ricercata, ma un argomento di studio, in chiave filosofica, di moltissime discipline ed è anche un topos importante per la narrazione letteraria, cinematografica e così via, come abbiamo visto in Harry Potter e la pietra filosofale con la figura di Nicolas Flamel.

Danilo Budite

Romano, classe 1995. Una laurea in editoria e scrittura e tanta voglia di raccontare il mondo che mi circonda