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Luigi Di Maio è stato uno dei volti più noti del Movimento 5 Stelle fondato da Beppe Grillo, ma cosa fa oggi, dopo la fine della sua esperienza in parlamento?

C’è stato un tempo in cui il Movimento 5 Stelle era visto da molti come un partito portatore di vero cambiamento nella politica italiana. Nel 2013, quando entrò in parlamento forte di oltre 8,6 milioni di voti (25,5%), uno dei suoi nomi di punta era Luigi Di Maio, che nel marzo di quell’anno veniva eletto, a soli 26 anni, vicepresidente della Camera, diventando il più giovane nella storia d’Italia a rivestire questo incarico. In breve, il politico originario di Avellino, formatosi nei Meetup di Beppe Grillo, si affermò come uno dei leader del partito (che inizialmente di leader non ne aveva né ne voleva avere), venendo scelto il 23 settembre 2017 come capo politico del partito. Il boom delle elezioni del 2018, che portò il M5S a superare quota 10,7 milioni di voti (32,7%), facendone il primo partito del paese, segnò la sua consacrazione, con la nomina a vicepresidente del Consiglio assieme a Matteo Salvini e alle spalle di Giuseppe Conte. Contemporaneamente, Di Maio assunse gli incarichi di Ministro dello sviluppo economico, e del lavoro e delle politiche sociali. Il suo ruolo e la sua influenza sulla politica italiana sono andati rapidamente in crescendo, come testimoniato dalla nomina, nel settembre 2019, a Ministro degli esteri, carica poi confermata anche nel successivo governo di Mario Draghi. Luigi Di Maio non si è limitato a far parlare di sé nel ridotto ambito della politica italiana, però, e infatti tra il novembre 2021 e il maggio 2022 fu anche Presidente del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.

La sua storia politica ha vissuto una svolta nell’ottobre del 2022, quando non è riuscito a essere nuovamente eletto in parlamento. Dopo aver rotto con la nuova leadership del M5S, ormai guidato dall’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e aver creato a giugno di quell’anno il partito Insieme per il futuro, Di Maio è infatti andato incontro a un grosso flop elettorale. Si era presentato al voto in una lista che vedeva il suo Ipf alleato del Centro Democratico di Bruno Tabacci, chiamata Impegno Civico, ma aveva raccolto appena lo 0,6% dei voti, mancando ampiamente il raggiungimento della soglia di sbarramento al 3%. A certificare il pessimo risultato elettorale, Luigi Di Maio aveva anche perso nettamente nel collegio Campania 1 – 02 contro il suo ex collega di partito, il candidato del M5S Sergio Costa. Insieme per il futuro, a dispetto del suo nome, si è sciolto subito dopo il fallimento ad entrare in parlamento. Questo però non ha significato affatto la fine della carriera politica dell’ex Ministro degli Esteri, che anzi è riuscito inaspettatamente a ottenere una nuova prestigiosa carica internazionale.

A lungo accusato per il suo magro curriculum, la poca esperienza politica e un livello culturale secondo alcuni critici non adeguato ai ruoli che è stato chiamato a rivestire, Luigi Di Maio è riuscito a ritagliarsi un nome nella politica italiana e anche europea. Il 1° giugno 2023 ha infatti assunto la carica di Rappresentate speciale dell’Unione Europea nel Golfo Persico: per questa carica sarebbe stato caldamente raccomandato dall’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi, riuscendo a emergere su altri tre candidati e venendo addirittura indicato dall’Alto rappresentante Josep Borrell come il “più adatto” tra i candidati per il ruolo. Il suo compito prevede di intrattenere relazioni politiche ed economiche tra l’Europa e i paesi arabi del Golfo, come il Kuwait, il Qatar, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Luigi Di Maio, che oggi ha 37 anni, è quindi responsbaile per le forniture energetiche dal mondo arabo per l’UE. A luglio è poi stato insignito dell’onorificenza dell’Ordine del Principe Yaroslav il Saggio su proposta dal presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Nei prossimi giorni, Di Maio tornerà in Italia, intervenendo a Stresa, sul Lago Maggiore, a un evento organizzato dalla Fondazione Iniziativa Europa.

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Luigi di Maio e Beppe Grillo

Il rapporto tra Luigi Di Maio e Beppe Grillo è iniziato nel 2007, quando il giovane attivista campano entrò in uno dei Meetup organizzati dal comico genovese, che si sarebbero poi evoluti nel M5S. In poco tempo ne conquistò la fiducia, e già nel 2014, durante la prima esperienza parlamentare del Movimento, Grillo lo inserì tra i cinque parlamentari che dovevano costruire il principale organo direttivo del partito. Il suo legame con il capo politico del M5S divenne più forte quando nel 2017 venne scelto proprio come successore del comico in qualità di capo politico del partito, e nel 2021 Di Maio fu uno dei primi a sostenere la svolta voluta da Grillo, che permetteva al M5S di aderire a un governo, che fu appunto il Conte I, assieme alla Lega. Da lì in avanti, però, le sue posizioni iniziarono a divergere da quelle del leader spirituale del Movimento, fino a culminare nella decisione, nel giugno del 2022, di abbandonare il partito e creare l’Ipf. Questa decisione venne duramente contestata da Beppe Grillo già all’epoca, e di nuovo negli scorsi giorni, intervenendo a Che Tempo Che Fa da Fabio Fazio, il comico genovese ha detto che il politico campano ha “pugnalato” il M5S, decidendo di abbandonare il partito. Grillo ha definito Di Maio “il politico più preparato” del Movimento, ma non ha certo avuto parole tenere per lui, apostrofandolo con uno dei tipici soprannomi beffardi per cui è famoso: Giggino la Cartelletta.

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.