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Nel Metodo Fenoglio il protagonista è Alessio Boni che interpreta l’anticonformista Pietro. A chi si è ispirato l’autore del libro nella realtà

La fiction di Rai 1 il Metodo Fenoglio è tratta da un romanzo di Gianrico Carofiglio, che è anche co-autore del soggetto e della sceneggiatura. Carofiglio è già autore di grandi successi trasposti sia in tv che al cinema, come Romanzo criminale e Suburra, due cult che prendono ispirazione dalla vera storia rispettivamente dalla Banda della Magliana e la criminalità di Roma e Ostia. La cronaca è curata dall’autore in maniera così minuziosa e rispettosa della realtà, tenendo sempre in considerazione l’importanza della finzione scenica, che viene solo da chiedersi nel Metodo Fenoglio a chi si ispira il personaggio interpretato da Alessio Boni, di nome Pietro. La trama della fiction di Rai 1 porta in scena le vicende poliziesche e criminali che, all’inizio degli anni Novanta, rivoluzionarono la mafia pugliese nella città di Bari, facendole fare un inaspettato salto di qualità. Tutte vicende che hanno riguardato da vicino lo scrittore e sceneggiatore, che all’epoca era un giovane magistrato proprio nel capoluogo pugliese. Il protagonista della vicenda è il maresciallo dei Carabinieri Pietro Fenoglio, piemontese trapiantato a Bari e prima persona ad accorgersi del cambio di prospettiva della malavita locale. A interpretarlo c’è il 57enne attore bergamasco Alessio Boni, noto al grande pubblico per i suoi ruoli in film come La meglio gioventù (2003), La bestia nel cuore (2005) e Yara (2021). Come detto poco sopra, la serie di Rai 1 e il romanzo da cui è tratta (il secondo di una trilogia) sono ispirati a fatti realmente avvenuti, e questo rende Il Metodo Fenoglio, proprio come altri progetti di cui Carofiglio è stato autore, a metà strada tra la fiction e il racconto storico. Tuttavia, i fatti narrati sono spesso frutto di un rimaneggiamento, per essere resi più funzionali alla narrazione scenica. Tra questi c’è anche il protagonista Pietro Fenoglio, che non è direttamente ispirato a nessun personaggio reale, ma è stato del tutto inventato dall’autore per fare da protagonista e filo conduttore di tutta la vicenda. In sostanza la scelta è stata quella di imitare il Commissario Scialoja di Romanzo Criminale, interpretato nel film da Stefano Accorsi e nella serie da Marco Bocci. Anche in quel caso, quel poliziotto non aveva un nome e cognome specifico nella vita reale, traeva spunto ma soprattutto era utile alla narrazione.

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Il Metodo Fenoglio fatti reali

Rispetto ad altre famose opere dell’autore di Suburra, Il Metodo Fenoglio non segue infatti le vicende dal punto di vista dei criminali, ma da quello di chi dà loro la caccia. Il cognome del protagonista è ripreso da quello dello scrittore piemontese Beppe Fenoglio, celebre autore del romanzo Il partigiano Johnny, il cui stile ha ispirato per certi versi quello usato da Carofiglio in molte delle sue opere più famose. Sebbene il protagonista de Il Metodo Fenoglio sia un personaggio di fantasia, in un’intervista rilasciata a La Repubblica Alessio Boni ha detto di avere accettato questo ruolo perché in esso ha ritrovato “la veridicità” che non aveva trovato in altri ruoli simili da lui rifiutati in passato. La serie di Rai 1 Il Metodo Fenoglio tratta episodi realmente avvenuti a Bari all’inizio degli anni Novanta. Uno degli episodi più significativi è quello dell’incendio del Teatro Petruzzelli, avvenuto nella notte del 27 ottobre 1991 e conclusosi con alcune condanne tutt’altro che soddisfacenti. Al centro della fiction c’è la guerra di mafia condotta nel capoluogo pugliese e nei suoi dintorni, con l’apertura al traffico di droga e altri affari illegali, soprattutto sull’asse che dall’Albania e dall’Est Europa, dopo il culmine dell’epoca comunista, andava fino a Milano e alla ‘Ndrangheta. In quell’epoca, Bari divenne terreno di scontro anche molto violento tra lo storico clan di Antonio Capriati e i giovani criminali riuniti attorno a Raffaele Laraspata. Al centro di questa “rivoluzione” nella malavita barese, pronta a fare il salto di qualità a livello nazionale e internazionale, troviamo l’afflusso di droga e di armi da guerra dall’Est, la diffusione della pratica dei sequestri lampo (molto diffusi in particolare tra Cerignola e Andria) e altri eventi che hanno fatto cronaca. Come la drammatica strage sventata dalle forze dell’ordine in piazza Chiurlia, nel centro storico di Bari, quando i tre componenti di un commando pronto ad aprire il fuoco sulla folla vengono fermati prima di poter dare il via all’azione. Il Metodo Fenoglio punta a raccontare le poco note vicende di cronaca nera della Bari di inizio anni Novanta, in un periodo storico cruciale per la storia d’Italia e non solo. L’appuntamento è ogni lunedì sera su Rai 1, dal 27 novembre fino al 18 dicembre.

Valerio Moggia

Nato a Novara nel 1989, è il curatore del blog Pallonate in Faccia, ha scritto per Vice Italia e Rivista Undici, e collabora con la rivista digitale Linea Mediana.